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Storia di una bambina selvaggia, poi addomesticata (1/3)

Aggiornamento: 13 mag 2019



C'era una volta in un piccolo paese di campagna, nel prato attorno a una casetta bianca ai margini del bosco, una bambina bionda con gli occhi luminosi come il cielo. La bimba bionda aveva due o tre anni e il suo papà, grande e alto, era lì con lei. Era l'imbrunire, la mamma rassettava la cucina e intorno iniziavano a comparire le prime lucciole con le loro lucine intermittenti. Quasi di riflesso, in cima al monte si accesero le luci del campanile del Santuario. Emozionata per tutte quelle lucciole intorno, per la stellata sopra di lei e chissà per che cosa altro, la bambina iniziò a cantare a squarciagola e a girare su se stessa e intorno al papà, correndo e volteggiando per il prato come in una danza. La felicità, la gioia, il movimento, l'energia, la vita!

Alcuni anni dopo, cinque, sei o forse di più, la bambina bionda era diventata mora e i suoi occhi azzurri avevano assunto una piega malinconica. Era sera e si trovava nel bel mezzo di una festa organizzata dalle sue sorelle. C'era musica e i grandi ballavano nella stanza. Sua sorella le disse: «Dai, vieni a ballare!». La bimba rispose a fil di voce: «No, non vengo» piena di imbarazzo e di vergogna alla sola idea di muoversi.

Passarono gli anni e la bimba era diventata una giovane donna. Una sera andò con un gruppo di amiche a un concerto di Goran Bregovic nel teatro principale della sua città.

La musica era travolgente e il teatro era pieno. Nonostante l'ambiente fosse formale, alle note di Bregovic e della sua orchestra, il pubblico andò in delirio. Tutto il teatro era in piedi trascinato dall'entusiasmo e dall'energia dell'orchestra a cantare e a ballare al ritmo trascinante della musica. Tra quelle centinaia di persone ve ne era una sola che rimaneva seduta, incapace di muoversi, anche se lo avrebbe desiderato, imprigionata nella rigidità del suo corpo. Quella donna ero io.


Questa, appena raccontata, è la storia dei primi 25 anni della mia vita. Quella che racconterò qui di seguito è invece la storia di quanto la danza, intesa come movimento libero e spontaneo a ritmo di musica, sia stata importante ai fini della mia crescita personale avvenuta attraverso il contatto con il mio corpo dimenticato e la sua liberazione nel movimento.


(continua...)


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